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Internet delle cose, 6 milioni di dispositivi e 400 mila lampioni.

Internet delle cose, 6 milioni di dispositivi e 400 mila lampioni.

Un panorama in espansione trainato da Smart Car e Smart Home & Building. L’Italia è ancora indietro per le città intelligenti.

Apparecchiature domestiche, sistemi di antifurto e sopratutto automobili. Sono sempre più i dispositivi intelligenti ed interconnessi grazie alla rete, con una crescita del 20% rispetto al 2012. A rivelarlo è  l’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano, presentato al campus Bovisa lo scorso 6 febbraio e redatto con il duplice obiettivo di fare chiarezza sul panorama dell’”Internet delle cose”, evidenziandone limiti e potenzialità, e di diffondere dati salienti sulle tecnologie più diffuse e i ritorni economici.

6 mln di oggetti interconnessi
Secondo il report nel 2013 sono stati 6 milioni gli oggetti interconnessi tramite mobile, con un valore complessivo di 900 mln di euro, in aumento dell’11% e in controtendenza rispetto alla flessione registrata dal mercato Ict.

“Nel 2013 l’Internet of Things ha visto alcune dinamiche di lenta evoluzione affiancarsi ad alcuni elementi di slancio e novità”, ha spiegato Alessandro Perego, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Internet of Things. “Da un lato, si assiste ad una crescita organica delle applicazioni più consolidate che ancora oggi rispondono al bisogno di connettività facendo leva sulla rete cellulare. Dall’altro, si muovono ambiti di applicazione meno consolidati. In particolare lo Smart Home & Building, che è il terreno di sbarco di una pletora di nuove soluzioni spesso rivolte direttamente all’utente consumer, dalla gestione domestica alla sfera personale. E poi lo Smart Car, in cui si assiste ad una accelerazione del percorso verso l’auto connessa, a fianco delle applicazioni più tradizionali”.

Automobili e Case intelligenti
E’ proprio il settore della Smart Car a mostrare i tassi di crescita più marcati, con un +35 % sul 2012, sia per diffusione che per fatturato. Seguito dallo Smart Home & Building, che rappresenta il 21% del fatturato complessivo dell’IoT e che comprende tutti i dispositivi, dal riscaldamento all’antifurto, che hanno a che vedere con la casa. E’ vero che, come conferma lo studio, attualmente sono pochissime le abitazione dotate di sistemi di telecontrollo (si parla dell’1%), ma grazie alla diffusione della tecnologia Bluetooth Low Energy viene stimato che entro il 2016 i dispositivi intelligenti ed interconnessi all’interno delle quattro mura domestiche saranno circa 3 milioni.
A seguire lo Smart Metering e Smart Asset Management nelle Utility (19%), le Smart Logistics per il trasporto (13%) e le altre applicazioni di Smart Asset Management (8%). Il 73% del valore di mercato, pari a circa 660 milioni di euro, deriva da soluzioni basate interamente su rete cellulare, mentre il restante 27% è legato invece a soluzioni “miste”, che vedono l’impiego di altre tecnologie – come ad esempio Power Line Communication o tecnologie radio – per la raccolta dei dati dal campo.

Le città italiane sono ancora poco intelligenti e interconnesse

Un capitolo a parte, quello dedicato dal Politecnico alla Smart City, di cui si parla molto negli ultimi tempi, ma che in Italia stenta a decollare.  “In Italia le Smart City sono ancora nella fase iniziale”, spiegaPerego. “Purtroppo continuiano a incidere in maniera negativa gli effetti della crisi economica attuale, ma osserviamo con soddisfazione che sempre più spesso gli investimenti” in questo settore “iniziano a inserirsi in una ‘regia comune’ cittadina”. Dall’analisi di 116 città, di cui 51 italiane e il restante estere, è emerso che il settore trainante resta quello dell’illuminazione pubblica intelligente, per un totale di 400 mila lampioni connessi a fine 2013, con un valore di 12 mln di euro. Seguono le applicazioni per la gestione dei rifiuti e il supporto alla tariffazione puntuale.

da www.casaeclima.com

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