Denuncia all’Autorità competente e azione disciplinare in caso di prestazioni professionali con un onorario inferiore alla soglia minima di 200 euro per la redazione dell’Attestato di prestazione energetica.
“L’onorario minimo inderogabile per la redazione APE nello stesso comune di residenza, relativo ad una singola unità immobiliare residenziale di edilizia corrente, redatto con il metodo semplificato DOCET non può essere inferiore ad €. 200,00”.
È quanto si legge nelle «Linee guida: Onorario minimo per la redazione di un “Attestato di Prestazione Energetica” (APE)» formalizzate dall’Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Palermo.
Redatte dalla Commissione Parcelle, queste linee guida definiscono la valutazione economica minima relativa alla redazione di un attestato di prestazione energetica che costituisce “minimo inderogabile” ai sensi e per gli effetti di quanto previsto dall’art.20 comma 2 delle Norme Deontologiche (concorrenza sleale).
Soglia minima di 200 euro
“Per tutte le prestazioni professionali relative alla redazione di una certificazione APE che prevedano un onorario inferiore alla soglia di € 200,00, l’Ordine degli Architetti PPC di Palermo interverrà a tutela della dignità professionale degli architetti e dei legittimi interessi dei consumatori denunciando all’Autorità competente i trasgressori ed intervenendo nei confronti dei propri iscritti ai sensi del rispetto delle Norme di deontologia professionale”, si legge nel documento.
Low cost selvaggio
“L’applicazione sempre più stringente della normativa relativa all’obbligo della certificazione energetica degli immobili ha generando, da parte di molti iscritti, la segnalazione di casi di modalità di svolgimento della relativa prestazione professionale che sollevano seri e gravi dubbi sulla loro effettiva legittimità, tra cui spicca negativamente quello di professionisti e/o loro strutture professionali che pretendono di potere offrire prestazioni eseguite, addirittura, per via telematica ed ovviamente a costi che sono in evidente contrasto con le più elementari regole di mercato”, osserva l’Ordine degli architetti palermitani.
“A seguito dell’abrogazione delle tariffe professionali, la legislazione vigente e le norme deontologiche stabiliscono – ricorda l’OAPPCPA – che i Professionisti debbano stipulare con il Committente un Contratto nel quale siano riportate chiaramente le prestazioni oggetto dell’incarico ed il relativo costo preventivamente indicato e specificato”.
Le linee guida quindi mirano a “contrastare l’insorgere di scorrette modalità di esercizio professionale che, oltre agli aspetti penalmente rilevabili, possano essere qualificati come veri e propri atti di concorrenza sleale in quanto in evidente violazione delle Norme Deontologiche che recitano “…la richiesta di un onorario con costi sensibilmente ed oggettivamente inferiori a quelli di loro produzione e di importo tale a indurre il committente ad assumere una decisione di natura commerciale, falsandone le scelte economiche, è da considerarsi comportamento anticoncorrenziale e grave infrazione deontologica.” (art. 20 comma 2 del Codice Deontologico)”.
Lo spettro dell’Antitrust
Le linee guida degli architetti palermitani rischiano tuttavia di finire nel mirino dell’Antitrust. Nel giugno scorso l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha avviato un’istruttoria per verificare l’esistenza di possibili intese restrittive della concorrenza che sarebbero state messe in atto dagli Ordini degli Architetti di Roma, Firenze e Torino (LEGGI TUTTO). Sotto la lente dell’Antitrust la pubblicazione sul sito da parte di questi Ordini dei modelli di calcolo per calcolare gli emolumenti, sulla base del DM 140/2012, pur avendo precisato in modo chiaro anche per i clienti che non si tratta né di un obbligo di legge né deontologico.
Qui sotto il testo delle Linee Guida dell’Ordine degli Architetti PPC di Palermo.