L’opera di Christo e Jeanne Claude sul Lago d’Iseo ha accolto 1,2 milioni di persone in sedici giorni. Ora partono i lavori di smantellamento: “Lasceremo il Lago come lo abbiamo trovato”.
Per sedici giorni, i pontili galleggianti della monumentale installazione The Floating Piers hanno consentito a 1,2 milioni di persone di camminare sul Lago d’Iseo per tre chilometri e mezzo, per poi proseguire per altri 2,5 chilometri di percorso pedonale a Sulzano e Peschiera Maraglio. Il tutto grazie a 220mila cubi cavi di polietilene soffiati in otto mesi da un’azienda di Verbania Fondotoce (leggi articolo), che hanno permesso alle passerelle di galleggiare in mezzo al lago sostenendo decine di migliaia di persone contemporaneamente.
“Monte Isola è stata caput mundi per 16 giorni – dichiarato soddisfatoo Fiorello Turla, sindaco di Monte Isola -. Io ero lì, sono stato parte di questo incredibile evento che è stato The Floating Piers. Alberghi, ristoranti, bar e negozi hanno registrato ingressi e presenze a dir poco sorprendenti, e le immagini del Lago d’Iseo sono state trasmesse sulle principali reti internazionali”.
POLEMICHE SULL’IMPATTO AMBIENTALE. Un successo di pubblico e di immagine per il piccolo lago lombardo, rovinata in parte – per fortuna solo in minima parte – da alcune polemiche sull’impatto ambientale dell’opera, nonostante l’artista bulgaro Christo avesse più volte dichiarato che era previsto, fin dall’inizio del progetto, il recupero e riciclo dei materiali utilizzati per realizzare le passerelle.
Terminato ieri il periodo di installazione, l’organizzazione dell’artista ha pubblicato una nota sulle procedure di smantellamento del sito.
SMANTELLAMENTO E RICICLO. La rimozione di The Floating Piers è partita oggi e, una volta terminata, i materiali saranno riciclati industrialmente per essere impiegati in diverse applicazione ambiti. Il riciclo – spiega l’organizzazione – avverrà con diversi metodi di trasformazione e si svolgerà presso differenti siti in Europa. In particolare, i cubi galleggianti di polietilene alta densità (50x50x40 cm), saranno granulati in loco e il materiale sarà reimpiegato nell’ambito dell’industria delle materie plastiche.
“La conservazione del lago e del suo contesto ambientale continua ad essere una priorità assoluta per noi – sottolinea Vladimir Yavachev, responsabile del progetto -. Rimuoveremo ogni parte di The Floating Piers nel corso di tre mesi e lasceremo il Lago d’Iseo come se non fossimo mai stati qui”.
Continuando nell’elenco, saranno recuperati anche i 100mila metri quadrati di tessuto in nylon e gli 80,000 metri quadrati di feltro utilizzati per coprire i 5,5 chilometri di passerelle e percorsi pedonali, riconvertiti e usati per la produzione di nuovi prodotti in campo tessile. Il tessuto potrà essere anche macinato e utilizzato nella manifattura di prodotti quali moquette e tappeti.
Saranno recuperati anche i duecento ancoraggi in cemento armato, dal peso di 5,5 tonnellate ciascuno, posizionati sul fondo del lago per mantenere in posizione i pontili sulla superficie dell’acqua: una volta rimossi con cautela, verranno polverizzati per diventare materiale di riempimento e reimpiego industriale.
I COSTI? LI SOSTIENE L’ARTISTA. Sterili anche le polemiche sui costi dell’opera. Li ha sostenuti tutti l’artista, per un ammontare di 18 milioni di euro, tra produzione, assemblaggio, installazione, manutenzione, sorveglianza e rimozione dell’opera d’arte. Compreso il milione e mezzo di euro versato alle autorità locali per coprire le spese relative a servizi di pubblica utilità quali le Forze dell’ordine, la vigilanza dei Vigli del Fuoco e delle unità di primo soccorso e l’installazione di un nuovo impianto di telecomunicazione all’interno dei tunnel circostanti.
Inclusi nel suddetto finanziamento – fanno sapere gli organizzatori – anche i canoni di concessione per l’utilizzo dell’acqua del Lago d’Iseo e dei Comuni di Sulzano e Monte Isola. A questo va aggiunto che, durante il periodo di apertura, Christo ha sostenuto anche le spese relative alla raccolta straordinaria dei rifiuti, all’installazione e alla manutenzione delle toilette chimiche e alla generale assistenza igienico sanitaria per l’area circostante.
Non solo: oltre mille persone – la maggior parte del luogo – sono state assunte da The Floating Piers, regolarmente retribuite, compresi gli addetti all’accoglienza dei visitatori, i bagnini, gli skipper, e il personale addetto alla sicurezza bagnini.
VERSO NUOVE OPERE. Terminata l’esperienza italiana, Christo tornerà a concentrarsi e a lavorare su due opere tutt’ora in corso che aveva già avviato insieme a Jeanne Claude: The Mastaba, Progetto per gli Emirati Arabi Uniti, (avviato nel 1977) e Over the River, Progetto per l’Arkansas River (avviato nel 1992).
“Ogni progetto è un pezzo delle nostre vite ed è qualcosa che non dimenticherò mai – ha dichiarato l’artista – Io e Jeanne Claude abbiamo concepito l’idea di The Floating Piers nel 1970. Solo in seguito ho capito che il Lago d’Iseo era il luogo in cui avevo davvero sentito l’ispirazione per realizzare questo progetto. L’acqua del lago, il paesaggio e le cittadine intorno ad esso. Tutto questo è stato The Floating Piers”. “Uno degli aspetti più importanti di questo progetto – ha aggiunto – è senz’altro la sua temporaneità, un’opera momentanea, transitoria, da vivere a pieno nella brevità della sua permanenza: questo è il motivo per cui dopo 16 giorni tutto è finito.”
Photo: Wolfgang Volz © 2016 Christo