I sistemi di elaborazione possiedono un sistema di raffreddamento che prevede che ogni componente sia totalmente immerso in un fluido refrigerante oleoso.
Mettere in acqua un computer, si sa, equivale a buttarlo. Tuttavia, alcuni operatori di supercomputer di Tokyo, per evitare il loro surriscaldamento di questi sistemi di elaborazione, stanno sommergendo i macchinari in acqua senza causar loro alcun danno apparente.
Gli operatori sostengono che, tramite l’immersione di questi macchinari in acqua, potrebbe risolvere una delle più grandi sfide dell’economia digitale, ovvero la riduzione delle bollette di aria condizionata, utilizzata soprattutto negli ambienti in cui sono presenti computer per abbattere il calore proveniente anche dal loro funzionamento.
IL SEGRETO E’ IL SISTEMA DI RAFFREDDAMENTO. Ma come è possibile che questi supercomputer non subiscano danni? Il segreto risiede nel particolare sistema di raffreddamento che prevede che ogni componente del supercomputer sia totalmente immerso in un fluido refrigerante oleoso, che permette un migliore scambio termico e richiede pochissima energia per il raffreddamento.
Ed è proprio tramite questo sistema che, sempre in Giappone, è stato realizzato il supercomputer più verde al mondo. Si tratta del TSUBASA-KFC che ha un’efficienza energetica quantificabile in 4.5 gigaFLOPS/watt.
Attualmente è in progetto lo TSUBAME 3.0, basato sugli stessi principi di efficienza energetica del KFC, il suo completamento è previsto per l’anno 2015.