Oltre ad una tassazione equa, a mutui più accessibili, a un sistema di incentivi agli affitti serve un grande piano di edilizia sociale che preveda l’utilizzo anche di fondi strutturali e Fas

LEGGE DI STABILITA’, ACCORDO CDP-ABI, TAVOLI OPERATIVI ANCI-ANCE. “Il continuo balletto delle tasse, dall’Ici all’Imu alla Trise e ora il Tuc, ha prodotto effetti negativi per tutti – ha sottolineato il Presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti in apertura dell’incontro – adesso è il momento di fermarsi e, nella legge di stabilità, chiudere finalmente questa partita”. Per Buzzetti “ripartire dalla casa è innanzitutto un segnale di attenzione sociale, ma è anche un fondamentale volano dell’economia”. Nella legge di stabilità il presidente dell’Ance chiede, infatti, che si individuino in maniera chiara le priorità da seguire e “non si usi la casa come un bancomat per far quadrare i conti dello stato”. Un’impostazione fortemente condivisa dalMinistro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, che ha assicurato che si arriverà, entro il 20 novembre, alla sottoscrizione dell’accordo Cdp-Abi che consente di aprire importanti canali di risorse per le banche che serviranno a finanziare i mutui casa. Il Ministro inoltre si è impegnato a rafforzare le misure del dl casa con un provvedimento urgente, mirato in particolare a affitti e housing sociale.
“Bisogna girare pagina – ha aggiunto il Presidente dell’Abi Antonio Patuelli – e dare segnali forti e di fiducia a imprenditori e cittadini, che oggi hanno smesso di risparmiare e investire a medio-lungo termine”. Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco di Catania, nonché compenente dell’Uficio di Presidenza dell’Anci, Enzo Bianco: “bisogna diradare il quadro di incertezza che regna nelle politiche per la casa e che rischia di diventare una miscela esplosiva nelle città”. Significativa la proposta lanciata da Bianco: creare tavoli operativi Anci-Ance sulla casa, una sorta di presidio stabile per individuare soluzioni all’emergenza abitativa. “Proprio quello che le nostre Ance territoriali stanno promuovendo in questi giorni sul territorio con decine di Homeday regionali e provinciali e numerose iniziative in programma per dare attuazione in modo diffuso e capillare a un patto per la casa”, ha ricordato Buzzetti, sottolineando la forza e l’efficacia del sistema Ance.
I DATI DEL SETTORE
Prima di esporre le proposte per far ripartire il mercato delle costruzioni e dare una risposta all’emergenza abitativa, durante l’incontro si è cercato di fare un quadro della situazione attuale, attraverso alcuni dati salienti.
BISOGNO ABITATIVO. Il bisogno di casa, sottolinea l’Ance, non manca: tra il 2004 e il 2011 si sono create in Italia 316.000 nuove famiglie ogni anno, mentre le abitazioni messe in cantiere sono state 228.000. Da questo confronto, risulta una domanda di casa non soddisfatta pari a 700.000 unità.

MUTUI INACCESSIBILI. Ma accedere a un mutuo è sempre più difficile. A essere penalizzate sono state tutte le famiglie italiane: dal 2007 al 2012 i mutui per l’acquisto dell’abitazione sono crollati di oltre il 60% (da 62,7 mld di euro a 24,7 mld) e nei primi 6 mesi del 2013 l’emergenza è ancora peggiorata (‐18% rispetto all’anno precedente).

DIMINUISCONO ANCHE GLI AFFITTI. Ma anche la situazione degli affitti è precoccupante. Sono solo il 19%, riferisce l’Ance, le case in affitto in Italia, nettamente inferiore rispetto alla percentuale degli altri Paesi, come ad esempio la Germania 58%, l’Austria 40% e la Francia 39%. E anche sulle case in affitto negli ultimi anni la tassazione è aumentata. Si pensi che su una seconda casa affittata dal 2012 al 2014 le tasse aumenteranno in media del 3,5% penalizzando così non solo le famiglie che danno in affitto la casa ma anche gli affittuari che si trovano obbligati a pagare imposte sempre più alte.

BOOM DI SFRATTI E MANCANZA DI CASE SOCIALI. Come inevitabile conseguenza, negli ultimi cinque anni gli sfratti sono cresciuti enormemente (+54,5% ). E a mancare è anche una risposta all’emergenza abitativa per le classi meno abbienti: in Italia le abitazioni sociali sono solo il 4% del totale (a fronte di una richiesta molto alta: sono circa 650.000 sono le richieste di alloggi popolari inevase). Negli altri Paesi europei la quota di case sociali è molto più alta: Olanda (32%), Austria (23%) e Francia (17%).
LE PROPOSTE
Tracciato il quadro, Ance fa le sue proposte:
1. Tassazione equa e stabile
Il continuo balletto sulla tassazione della casa ha prodotto effetti negativi per tutti: famiglie e imprese. Nella legge di stabilità ci vuole la forza di chiudere questa partita e di stabilizzare una volta per tutte la tassazione sulla casa.
2. Mutui più accessibili
Grazie al decreto 102, da poco divenuto legge, la Cdp mette a disposizione delle banche 5 miliardi di fondi che serviranno a finanziare mutui per la casa. Tale intervento è in grado di attivare un giro di affari del mercato immobiliare residenziale pari a oltre 8 miliardi di euro. E’ necessario dunque rendere operative al più presto queste misure.
3. Incentivare gli affitti
Il decreto 102 ha inserito uno sconto della cedolare secca per chi affitta a canone concordato che passa dal 19 al 15%. E’ necessario estendere la cedolare secca a tutti i soggetti comprese le imprese.
4. Incentivare le ristrutturazioni e l’efficienza energetica
Il potenziamento degli incentivi fiscali per le ristrutturazioni e l’efficienza energetica stanno producendo effetti molto positivi per le famiglie e il mercato. Nei primi 8 mesi del 2013 il giro d’affari è stato di 14 miliardi e mezzo. Occorre stabilizzarli e renderli certi così da amplificarne i risultati.
5. Emergenza abitativa
Il Governo ha mosso i primi passi dotando di 40 milioni di euro il fondo per la morosità incolpevole e rifinanziando il fondo sociale per gli affitti.
GRANDE PIANO DI EDILIZIA SOCIALE UTILIZZANDO ANCHE FONDI STRUTTURALI E FAS. Ma non è tutto qui. L’Ance aggiunge come occorra un Grande Piano di edilizia sociale a basso consumo di suolo per creare un parco alloggi a disposizione dei comuni per le fasce deboli e debolissime. Prevedendo che nella dismissione di fabbricati pubblici una quota sia destinata all’edilizia sociale; proponendo incentivi a chi è disponibile a realizzare alloggi sociali nell’ambito di piani urbanistici già approvati; individuando una normativa che consenta ai Comuni di predisporre un parco aree a costi minimi da destinare a questo scopo; predisponendo bandi per l’acquisizione o la locazione di interi immobili ultimati e non ancora utilizzati da destinare ad alloggi sociali.
Per fare tutto questo, conclude l’Ance, è necessario un piano triennale di risorse, utilizzando anche Fondi strutturali e Fondi Fas.