La torrida estate di quest’anno e la siccità sono costate agli Stati Uniti 50 miliardi di dollari

Anche l’oceano soffre il cambiamento climatico. Le temperature al largo della costa nord-est sono state le più elevate tra quelle registrate dal 1854 ad oggi. Nell’Artico, il ghiaccio marino si è ridotto ad un nuovo minimo storico, il 18 per cento al di sotto del precedente record stabilito nel 2007, che a sua volta è stato un anno molto particolare. Tali eventi meteorologici non hanno solo distrutto boschi, colture e abitazioni, ma hanno agito pure da freno per l’economia. Wells Fargo ha stimato che la siccità potrebbe costare all’economia americana 50 miliardi di dollari. Se la stima si rivelerà esatta, il 2012 sarà il secondo anno consecutivo in cui negli Stati Uniti le perdite causate da eventi metereologici raggiungono i 50 miliardi di dollari.
La frequenza di questi eventi metereologici estremi è in linea con le previsioni fatte dai climatologi che studiano il cambiamento climatico. I rischi stanno aumentando così come il riscaldamento del pianeta. Le estati torride e le grandi siccità potrebbero diventare la norma e solo affrontando di petto la situazione si può sperare di mitigarne le conseguenze. Eppure, se c’è una cosa su cui i candidati democratici e repubblicani alle presidenziali USA sembrano essere d’accordo, e proprio quella di evitare l’argomento cambiamento climatico. Mitt Romney ha già affermato una volta che il riscaldamento globale non è altro che un complotto della sinistra contro gli onesti petrolieri americani, mentre Obama preferisce parlare dei posti di lavoro salvati o creati in Ohio, in Florida e negli altri Stati indecisi.
da www.casaeclima.com