I grandi inquinatori Usa e Giappone si tirano indietro dagli impegni internazionali per ridurre le emissioni inquinanti
Organizzato a Doha, in Qatar, il diciottesimo summit delle Nazioni Unite doveva mettere la comunità internazionale faccia a faccia con le proprie responsabilità climatiche e ambientali.
DIFFICILE ACCORDO. Deludenti, però, i risultati finali. A dividere i 194 Paesi presenti sono stati principalmente i dettagli tecnici del “Protocollo di Kyoto bis”, che dal 2013 dovrebbe entrare in vigore per contribuire al taglio delle emissioni dei Paesi sviluppati al posto del Kyoto 1, e il “risarcimento” che i paesi più ricchi dovrebbero concedere a quelle più povere per i danni ambientali legati al cambiamento climatico, il cosiddetto “Green Fund”. In particolare, i Paesi sviluppati non hanno voluto impegnarsi in operazioni finanziarie di aiuto viste le difficoltà dovute alla crisi economica.
IL PASSO INDIETRO DI USA E GIAPPONE. In una situazione climatico-ambientale di emergenza – nell’ultimo ventennio la quantità di CO2 immessa in atmosfera, 375 miliardi di tonnellate, è più del doppio rispetto a quella che foreste ed oceani riescono a riassorbire – alcuni paesi, come Polonia, Russia e Canada, ma soprattutto le due superpotenze (e i due super inquinatori) Usa e Giappone, si sono ritirate dai giochi, lasciando sostanzialmente l’Europa sola nella battaglia contro i cambiamenti climatici.
SÌ A KYOTO 2. Tra i soli risultati concreti l’accordo per estendere fino al 2020 il protocollo di Kyoto (la cui prima fase scade il 31 dicembre 2012).
Nel complesso, però, il summit ha lasciato in sospeso le questioni più attuali, tanto che il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, ha definito “la conferenza di Doha ritardata e faticosa”, spiegano quanto abbia pesato “la caduta di tensione e di attenzione da parte dei Paesi che stanno fronteggiando la crisi economica”.
da www.casaeclima.com