Nel 2012 sono stati pubblicati 16.253 bandi, circa ottomila in meno rispetto ai 24.461 del 2011 e oltre novemila in meno rispetto ai 25.785 del 2010.
Il 28 febbraio scorso è stato pubblicato il Rapporto annuale 2012 realizzato dal Servizio Contratti Pubblici (SCP), gestito da Itaca (Istituto per l’innovazione e la trasparenza degli appalti e per la compatibilità ambientale) a seguito dell’accordo tra il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.
Il Servizio Contratti Pubblici è lo strumento attraverso il quale le stazioni appaltantipubblicano online i bandi di gara, gli avvisi sui risultati delle procedure di affidamento ed i programmi triennali di lavori pubblici consentendo, insieme ai servizi analoghi predisposti dalle Regioni e dalle Province autonome ai sensi del DM 20/2011 e del DM 9 giugno 2005, n. 1021/IV, l’assolvimento degli obblighi previsti dal comma 7 dell’art. 66, dal comma 5 dell’art.122, dal comma 5 dell’art.124 e dal comma 11 dell’art.128 del Codice Appalti (D.Lgs. 163/2006).
Bandi di gara di lavori, servizi e forniture
Il Rapporto – CLICCA QUI – riferito all’anno 2012, evidenzia che gli effetti della contrazione della spesa pubblica, imposta dalla necessità di contenimento del deficit e di rispetto dei più stringenti vincoli di bilancio a tutti i livelli dell’amministrazione pubblica, centrale e locale, si sono riflessi anche nel flusso del numero e del volume dei bandi di gara pubblicati nel 2012. Attraverso il “sistema di rete” costituito dal Servizio Contratti Pubblici e dagli analoghi servizi attivati da 16 Regioni e dalla Provincia autonoma di Bolzano, sono stati pubblicati 16.253 bandi, circa ottomila in meno rispetto ai 24.461 del 2011 (per una flessione su base annua del 33,6%) ed oltre novemila rispetto ai 25.785 del 2010. Di dimensioni più o meno analoghe è anche la flessione del valore complessivo, risultato pari, nell’ultimo anno, a 49,6 miliardi di euro contro i 69,8 dell’anno precedente, già in calo rispetto agli 80,5 mld del 2011. Nel 2012 si è perso in particolare il 29% dell’importo dei contratti messi a gara, mentre, calcolata sul biennio (ovvero rispetto al dato 2011), lo stesso dato è stato interessato da un ritmo medio annuo di caduta pari al 21,6%.
La dinamica negativa ha coinvolto i tre macrosettori, lavori pubblici, forniture e servizi, in misura sostanzialmente omogenea. Nel 2012 si sono contati poco più di 3mila bandi per contratti di forniture (erano 5mila nel 2011) per un importo complessivo di circa 10,5 miliardi di euro (12,5mld). Il confronto con l’anno precedente evidenzia dunque una flessione molto marcata nel numero (-34,7%) ma vistosa anche nell’importo (-15,7%) che ribadisce il risultato negativo del 2011 (nel biennio si è perso in media oltre il 20% annuo sia in termini di numero che di valore).
I bandi di servizi hanno seguito una evoluzione quasi identica: una diminuzione del numero dei bandi pari al 31,6%, (da quasi 10mila del 2011 a 6.782); una flessione del 16,1% dell’importo complessivo (da 26,7 a 22,4 mld). Sia per le forniture che per i servizi, il risultato meno negativo del valore complessivo dei bandi rispetto a quello del loro numero, indica un aumento dell’importo medio a bando e ciò contrariamente alla tendenza rilevata l’anno precedente.
I bandi di lavori pubblici censiti dall’intera rete sono stati 5.495, il 36,5% in meno rispetto ai 8.604 del 2011 che già denunciavano un calo rispetto ai 10.758 del 2011. L’ammontare in valore sfiora i 10 mld evidenziando una contrazione (-38,9%) molto simile a quella sperimentata dal numero. Il raffronto con il 2010 è oltremodo penalizzante: in due anni risultano essersi persi oltre 13 mld di bandi.
Esiti di gara di lavori, servizi e forniture
Il Rapporto 2012 ha rilevato una evoluzione diversa della dinamica degli esiti delle procedure di affidamento rispetto a quella dei bandi. Ciò sembrerebbe almeno in parte smentire gli effetti del contenimento della spesa pubblica imposti dal patto di stabilità e dall’insieme del pacchetto normativo che va sotto il nome di “spending review” ma anche da una oggettiva minore disponibilità di risorse.
A seguito di una singolare stazionarietà, l’ammontare degli affidamenti segnalati al sistema “SCP-Regioni” nei dodici mesi del 2012 si conferma nell’ordine dei 35 mld di Euro (per la precisione 35,0 contro i 34,5 e i 35,7 delle due annate precedenti). Cala invece abbastanza vistosamente il numero che con i 24.407 avvisi di esito raccolti, perde il 16,9% rispetto ad un 2011 che era risultato in crescita del 15,7% sul al 2010.
Se l’aumento del numero e la tenuta dell’importo complessivo registrata fra il 2010 e il 2011 era stata giustificata con un più esteso rispetto dell’obbligo di pubblicazione, la più recente flessione degli affidamenti transitati dal canale SCP pare indicare che il livello di adempimento a quanto previsto dall’art.65 del “Codice”, per quanto in crescita, ha avuto un peso meno determinante e che il mantenimento del valore complessivo delle procedure affidate sia da ricercare piuttosto nell’aumento dell’importo medio delle aggiudicazioni.
Questo fenomeno interessa gli acquisti di beni (da 894mila euro ad “esito” del 2011 al più recente 1.278mila) ma soprattutto i lavori pubblici (da 776mila a 1.783mila euro), verosimilmente per la presenza di alcuni appalti di “grandi opere”. Guardando la ripartizione geografica, tale fenomeno pare aver interessato in particolare la Lombardia che nonostante una forte decrescita del numero di aggiudicazioni di lavori pubblici (-39,3%) vede quasi triplicare un importo complessivo che nel 2012 raggiunge i 6,9 miliardi di euro, un valore che da solo copre oltre la metà dei 13,3 mld di euro del totale nazionale.